“…E mannammella, Manuè!!!…”
E nuje t’lamm mannat… Sta lettera…
Siamo emozionati nel prendere in mano una penna per mettere nero su bianco. Non stiamo nella pelle da giorni.
Ci presentiamo: siamo un gruppo di giovanissimi (dai 12 ai 18 anni) e facciamo parte della parrocchia di Santa Maria della Consolazione in Rende.
Siamo emozionatissimi nello scrivere queste poche righe.
Emozionati perché tu sei GEOLIER. Frat!
Mamm’ ‘e Pumpei!, chi lo avrebbe mai detto che noi avremmo potuto far leggere i nostri pensieri proprio a te!!!
Sai, è difficile che un ragazzo poco più grande di noi entri nelle nostre vite, nelle nostre giornate, nei nostri sogni, nei nostri modi di fare, nel nostro modo di ragionare.
Quello che vorremmo inizialmente farti sapere, è che nel mese di luglio, abbiamo fatto un campo parrocchiale nella nostra amata Sila, avente come colonna sonora la tua “COME VUOI”.
È difficile per te, forse, credere quello che stai leggendo.
Ma è così.
Perché i nostri educatori (don Mario e Lisa) ci hanno chiesto di analizzare il tuo testo sotto diverse prospettive.
Ma di questo ne parliamo dopo.
Sai, tu fai parte di noi, delle nostre giornate, perché noi ti sentiamo nostro amico e fratello, in ogni parola, in ogni accordo, in ogni frase, in ogni movimento.
Si hai letto bene: amico e fratello. Si’ ‘o frat nuost dite a Napoli.
Al campo (il don e la nostra cara Lisa), ci hanno insegnato che bisogna avere sempre la capacità di leggere tra le righe, vedere oltre quello che l’apparenza vuole farci vedere. Sempre, in ogni situazione di vita.
E questo discorso vale soprattutto per te, perché tu sei tantissimo.
Sei altro rispetto a quello che quasi tutti mettono in evidenza: un duro, uno che fa riferimenti a canne, droga, soldi, mafie per essere qualcuno.
Tu non sei tutto ciò.
Sei sensibile, profondo e soprattutto Si o’ nummer un. Frat!
Tu hai un cuore che batte e batte all’unisono con i tuoi testi.
Ricordiamo bene quando il 6 luglio, immersi nei boschi della Sila, lungo le rive del lago Ampollino, risuonava “Come vuoi”.
Quel testo ha cambiato letteralmente le nostre giornate, perché lo abbiamo abbinato al tema che gli educatori ci hanno dato, tratto dal libro de “Il Piccolo Principe”: l’essenziale è invisibile agli occhi, si vede bene solo con il cuore!
E allora il tuo testo, “Come vuoi”, oltre a cantarlo ogni giorno, da mattina a sera, per esempio, il don la metteva in corridoio per darci la sveglia della mattina, lo abbiamo analizzato. Abbiamo capito che racconta di un amore dove sono in gioco tante emozioni contrastanti, dove la fiducia è non ricambiata, dove per comprendersi e amarsi è necessario conoscere il cuore dell’altro, dove si vive la difficoltà di dire “per sempre” ma si capisce anche che, in amore, non si può dire “mai”.
Ci ha colpito molto anche questo verso: “Staje appezzano cose ‘e me ca nn’saccio proprio” il fatto che l’altro con il suo amore ci mostra il nostro cuore e cose di noi che non conosciamo, perché appunto l’essenziale, il centro del nostro cuore, non si può vedere con gli occhi…Ma con il cuore, spesso conosciamo noi stessi attraverso chi ci ama. Solo l’amore mostra all’uomo quello che è,e che deve diventare, per compiere davvero il viaggio della sua vita fino in fondo. Per non dire poi di questi versi che spaccano tutto e ti entrano nell’anima:
Tu faje comme vuó tu e a me me piace accussì pecché
Jesse a murí pe’tté dimane si tu vuó
Ma tu nn”o facisse pe’mmé mentre i’ ‘o facesse pe’tté
Pecché muresse pe’tté pure si nun vuó
Questa Emanuè è l’immagine di una persona disposta a fare tutto il necessario per far funzionare la relazione, che non è necessariamente solo d’amore ma può essere anche di amicizia; disposto a fare tutto, anche se ciò significa sacrificare sé stesso, mettere da parte qualcosa per la felicità dell’altro. La canzone ricorda che l’amore può essere un’esperienza bella ma dolorosa, che per amare bisogna essere disposti a dare anche la vita, proprio come Gesù che dà la vita per tutti noi sulla Croce, ci hanno spiegato al campo.
Perché l’amore è così: non importa se l’altro non ama con la stessa intensità, se ha più o meno fiducia in noi, se non intende sacrificare qualcosa di sé, l’amore non si arrende, non molla, non muore, ma cerca e dà vita e sorrisi: “Staje ridenno e te facesse cchiù ‘e na foto” …
Ti pensavamo e concepivamo solo musicalmente: “orecchiabile il ragazzo sai” dicevamo!
Invece, leggendo bene i tuoi testi, abbiamo compreso che tu sintetizzi una vita donata interamente alla musica, al bene, al bello, alla tua Napoli! Pecchè tu si Napule.
Riflessioni le tue, che nascono dal cuore di un ragazzo che ha vissuto e ha avuto il coraggio di affrontare la vita giorno dopo giorno in una zona difficile di Napoli.
Lisa, la nostra amata educatrice, è nata a Napoli ed è stata catechista tra Secondigliano e Scampia. Nei vari nostri incontri ci ha raccontato più volte la bellezza di quei luoghi e di quei ragazzi difficili, ma allo stesso tempo la crudeltà di quei luoghi, da cui sono riusciti a riscattarsi con coraggio.
Ci ha raccontato di ragazzi coraggiosi, che, ogni giorno, ancora oggi, sono chiamati a scegliere il bene per vivere.
Noi tutti, oggi giorno, abbiamo difficoltà a scegliere il bene per vivere, nonostante non abitiamo in quei luoghi difficili. Ci rendiamo conto di avere paura di noi stessi, dei nostri cari, della vita e di quello che il mondo ci propone.
Sapere però, che uno come te è riuscito a mostrare a tutti i suoi valori, nonostante le sue paure (una tra tutte quella di non essere apprezzato e capito per il tuo ultimo disco), ci dà la forza di mostrarci a tutti per quelli che siamo e per quello in cui crediamo.
In ultimo l’amore per la tua famiglia fa di te una persona matura, responsabile ed esemplare.
Tu testimoni la bellezza di una città come Napoli, dove il bello e il brutto vivono insieme, dove il sole sta sempr nfront a te, dove il bene e il male si scontrano ogni giorno, dove ragazzi vincenti, come quelli di Scampia, possono assicurarsi un viaggio sulle “vele” della libertà e del riscatto. Libertà come il nome che porta la piazza dove si affaccia la parrocchia della Resurrezione nel Rione Monte Rosa. Frat!
E ora che hai letto tutto, avrai sicuramente detto: “ma Comm te permiett? …A-ammo ma chi T sap?” AHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHA
Dobbiamo davvero chiudere, scusaci se ci siamo dilungati ma ci tenevamo a farti sapere che, forse cosa che non ti è mai successa, il parroco e la catechista hanno scelto le tue canzoni per parlarci di Gesù, del bene, del bello, dell’arte e della vita! Grazie per averci ascoltato!
Ti lasciamo con tre semplici auguri:
• Non avere paura del futuro, confida in Dio e statt buon;
• A Maronn t’accumpagn;
• Fa ‘o brav, fa ‘o serij
Nuje t’ salutamm, cu’ tutt’o core pecchè t’ vulimm bene assaje…Chi ‘o sap’ se t’ ncuntramm?!