Cosenza, al Chiostro di San Domenico il primo Festival della poesia “I Padri della parola”

Con una vera e propria maratona poetica ha preso il via nel pomeriggio di ieri, al Chiostro di San Domenico, la prima edizione del Festival della Poesia “I Padri della parola”, promosso dalla Fondazione Attilio e Elena Giuliani in collaborazione con il Comune di Cosenza e la Regione Calabria e nato da un’idea di Walter Pellegrini, Presidente della Fondazione “Giuliani”, e del Sindaco di Cosenza Franz Caruso.

Per l’occasione sono stati chiamati a raccolta alcuni dei nomi più rappresentativi della scena poetica italiana come Tiziano Broggiato, che del Festival è direttore artistico, Claudio Damiani, Elisabetta Pigliapoco, Giancarlo Pontiggia e Loretto Rafanelli, ai quali si è aggiunto l’apprezzato poeta cosentino Daniel Cundari. Per tre giorni, fino a sabato 29 aprile, si alterneranno in alcuni dei luoghi di cultura più rappresentativi della città (oltre al Chiostro di San Domenico, anche Villa Rendano e il Teatro “Rendano” dove si terrà la serata conclusiva).

Sono stati più di trenta i poeti che si sono confrontati al Chiostro di San Domenico, in un partecipato reading poetico, coordinato da Antonietta Cozza, consigliera delegata alla Cultura del Sindaco Franz Caruso, e dal poeta Daniel Cundari, performer di particolare presa sul pubblico e inventore di un linguaggio, il “repentismo cutise”, che si colloca geograficamente nel Savuto e nella sua Rogliano.

“La poesia, al contrario di quello che diceva un grande poeta arabo, non salverà affatto il mondo, ma è singolare – ha detto nel corso della maratona Tiziano Broggiato- poeta vicentino e direttore artistico del Festival- che, nonostante la poesia venga data per morta ogni anno, ogni anno si assiste puntualmente ad un fiorire di Festival, di letture e di convegni, ovunque. Questo significa – ha aggiunto Broggiato -che la poesia sopravvive dal tempo dei tempi e per questo suppongo faccia parte di qualsiasi civiltà che ci accompagna, anche perché la poesia ha il compito di dire realmente cosa accade nel mondo, da quando si nasce a quando si entra nelle spire del destino. Perciò la poesia rimarrà sempre, soprattutto finché ci saranno i poeti con la loro vocazione”. Broggiato ha anche detto la sua sull’articolazione del Festival e sugli autori principali che sono stati invitati a Cosenza. “Abbiamo messo a confronto, ciascuno con il suo stile, cinque autori che hanno diverse idee di poetica e di scrittura”. L’augurio, per il direttore artistico è che il festival possa avere un seguito e possa ospitare altre voci importanti della poesia con altri stili ed altre poetiche.

Tra i primi poeti ad esibirsi nella maratona del Chiostro di San Domenico, Anna Lauria di Corigliano-Rossano che ha declamato i versi, intimisti e di grande attualità e significato, della sua poesia “Dagli esuli naufraghi a Steccato di Cutro”, Francesco Calomino, conosciutissimo in città, che ha rinverdito i fasti della poesia dialettale che si richiama alla tradizione di Ciardullo, e ancora, Barbara Di Francia, anche lei attratta dalla poesia in vernacolo con “U tempu du nenti”, Sonia Vivona che ha proposto una sua rivisitazione in vernacolo de “L’Infinito” di Leopardi e Maria Luigia Campolongo con “Chiazze”. Particolarmente interessante ed estremamente attuale la poesia declamata da Tiziano Broggiato, “La distruzione di Osiv” dal libro “Sorvoli” che ha pubblicato per “Pellegrini editore” all’inizio dello scorso anno e che affronta il tema della umanizzazione della natura. Venerdì 28 aprile il Festival continua a Villa Rendano dove ad incontrare i poeti sarà l’Università della terza età.

Il clou della manifestazione è, invece, per sabato 29 aprile, alle ore 18,30, al Teatro “Rendano”, con un reading poetico che vedrà schierati al completo tutti gli autori ospiti del Festival.

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